
Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, tre membri della nostra Comunità, che hanno già vissuto in contesti di conflitto, sono partiti per Leopoli, per vedere con i nostri occhi cosa stava succedendo ai civili. Non potevamo pensare di restare al sicuro, in casa nostra, quando la nostra vocazione è di essere accanto agli ultimi.
La nostra presenza lì serve a monitorare la situazione e comprendere le risposte da dare a questa crisi umanitaria, favorendo l’arrivo di aiuti e portando conforto alla popolazione.
Come Comunità ci siamo subito attivati per fare quello per cui siamo nati e che facciamo in risposta ad alcune emergenze nel mondo: accogliere nelle nostre case qui in Italia e in Europa i profughi rimasti senza casa, senza cari e senza futuro, che cercano una speranza per ricominciare una nuova vita.
Sono per lo più donne, nonni e bambini, che sono stati costretti a salutare i propri mariti, figli e papà rimasti a combattere, e sono scappati dalle bombe e dalla paura di perdere la propria vita.
Arrivano qui stanchissimi per via del lungo viaggio e impauriti da ciò che hanno vissuto. Alcune nostre realtà, come la Capanna di Betlemme di Chieti, sono rifugi in cui garantiamo la prima accoglienza e assistenza ai fratelli ucraini: c’è chi resta con noi solo qualche ora, in attesa di raggiugere loro conoscenti qui in Italia, e chi invece si ferma fin quando la Prefettura li assegna a una delle Case di Accoglienza Straordinaria che l’Italia sta predisponendo per fronteggiare l’accoglienza del popolo ucraino. Anastasia e Ksnia, le bimbe che vedi nella foto, stanno facendo colazione proprio al tavolo della nostra Capanna, dove sono state accolte.
In altre nostre Case Famiglia e famiglie aperte, invece, garantiamo un’accoglienza duratura: come nella Casa di Preghiera di Pompei, dove mamma Raffaella e papà Salvatore hanno aperto le porte a 3 ragazze di 30 anni, il bimbo di una di loro e la sua nonna. Vivono a Kiev ma arrivano dallo Sri Lanka, dove erano in vacanza. Dovevano rientrare in Ucraina proprio quando è scoppiata la guerra, così sono corse qui, senza poter vedere più la loro casa o prendere le proprie cose (con loro hanno solo pochi vestiti – per di più estivi – che avevano portato in vacanza).
Arrivano tante richieste di accoglienza e noi rispondiamo sempre “Sì, le nostre case sono aperte”, diventando un punto di riferimento per i profughi ma anche per le istituzioni. Insieme a te, possiamo continuare ad esserci, costruendo una tregua dal dolore per tanti e la pace reale per tutti.
Prometti la tua firma ai profughi ucraini
Ti abbiamo raccontato sono alcune delle tante storie che possiamo riscrivere insieme, con il sostegno di molti, assicurando un rifugio sicuro a chi scappa dalla guerra e costruendo così la pace per tutti i fratelli che hanno visto cambiare la propria vita da un giorno all’altro.
Fai una promessa ai profughi ucraini: compila il form qui sotto e prometti di destinare il tuo 5×1000 alla Comunità Papa Giovanni XXIII nella prossima dichiarazione dei redditi. Contiamo tutti su di te!
Questa firma digitale è simbolica, rappresenta la firma che farai nella tua dichiarazione dei redditi.
Hanno già firmato in 79
Nome | Data di creazione |
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Pietro | 21 Aprile 2022 |
Maria Teresa | 21 Aprile 2022 |
Marco | 20 Aprile 2022 |
Samuele | 16 Aprile 2022 |
Nicola | 14 Aprile 2022 |
Enes | 31 Marzo 2022 |
eros | 31 Marzo 2022 |
Gisella | 28 Marzo 2022 |
Cecilia | 27 Marzo 2022 |
GIUSEPPE | 25 Marzo 2022 |
Sonia | 25 Marzo 2022 |
Luigia | 23 Marzo 2022 |
barbara | 23 Marzo 2022 |
DANIELE | 10 Marzo 2022 |
franco | 9 Marzo 2022 |
Sandra | 7 Marzo 2022 |
Ombretta | 6 Marzo 2022 |
Franco | 5 Marzo 2022 |
Irma | 5 Marzo 2022 |
Giorgio | 2 Marzo 2022 |
Alice | 1 Marzo 2022 |
Renata | 26 Febbraio 2022 |
barbara | 25 Febbraio 2022 |
michela | 23 Febbraio 2022 |
DANIELE | 18 Febbraio 2022 |
Nome | Data di creazione |